Sergio Vanni

Le carte nascoste di Giorgio

Giorgio Vicentini è uomo attento e curioso, un osservatore acuto sempre pronto a catturare la realtà, umana o naturale che sia, e riproporla attraverso un suo particolare linguaggio, poetico e affabulatorio, ironico,dissacrante, con appena un sentore di civetteria bohemienne; si potrebbe tranquillamente confonderlo con un cerebrale, se non fosse per una energia costante, un movimento continuo dello sguardo, una mimica vitalissima che ci fanno capre come, dietro il paravento della parola, la chiave di lettura di Vicentini uomo e subito dopo, e conseguente4mente, di Vicentini artista sia il suo rapporto corporale, viscerale con mondo.Questi due aspetti stratificati della sua personalità sembrano emergere chiaramente dal suo lavoro, dai pannelli cosparsi di colore arricchito da sfumature di luce, punteggiati da piccoli segni, tracce appena percettibili che si muovono in uno spazio quasi mai irrigidito nella forma geometrica del quadrato o del rettangolo, ma modellato in dolci curvature che restituiscono allo spazio stesso la sua essenza bidimensionale.La sua poetica ritorna anche nelle carte che Vicentini offre per la prima volta all'attenzione del pubblico romano in questa occasione proposta dalla galleria Al Ferro di Cavallo di via Ripetta.Come per confermare la supposta dicotomia il corpus globale delle carte (144) si divide in due gruppi: Andata e Ritorno e Vapori.Nel primo nucleo del corpus Vicentini si abbandona al colore, ne privilegia uno e lo arricchisce di sfumature, lo intreccia, lo attraversa di bagliori, lo contamina appena con cenni di colore diverso; anche qui lo spazio rettangolare della carta è contraddetto da un risvolto sagomato cosparso di colore sintonico che si piega sulla carta stessa e crea sulla superficie totale uno sbalzo, un piccolo sussulto che conferisce all'opera significato e spessore.Questo ripiegamento della carta su se stessa ha dato origine al titolo della serie:Queste carte, che viste da lontano appaiono come vagamente monocrome, si animano improvvisamente quando sono illuminate da una luce radente che mette in risalto le preziosità che il lavoro reca in sè; ancora una volta, sotto il linguaggio formale, oltre il sapiente esercizio culturale della composizione, degli accostamenti, dei rapporti spaziali, si rivela il gusto naturale, pagano, di un abbandono totale al colore ed a tutte le possibili vite che il colore può esprimere sotto l'effetto della luce.Lo spazio fluttuante, le mutazioni cromatiche donano quindi alle carte il senso di una inesauribile vitalità.Nel secondo gruppo l'abbandono è al segno: Il titolo Vapori riassume ed esprime perfettamente il senso di inafferrabilità, di impalpabile leggerezza che questo gruppo di carte contiene.Anche qui lo spazio è reso bidimensionale non da sbalzi di colore, ma di frammenti di carte veline,vagamente ingiallite, che la colla fissa sulla bianca superficie dello Schoeller.Ottenuto, creato si potrebbe dire lo spazio necessario, Vicentini passa a solcarlo con segni decisi di matita grassa,ottenendo forme, segni di immagine alfabeti, tracce imperscrutabili, per passare infine all'operazione finale di dilatare, ammorbidire, confondere i segni tracciati con la gomma per cancellare, usata con leggerezza come uno strumento adatto a rendere morbidi le durezze della matita, estenuare in vibrazioni ritmiche la rigidità delle linee, rendere leggera, come il vapore appunto, l'immagine definitiva e dare al tutto un senso di equilibrio profondo, di una armonia alla quale finalmente approda l'inquietudine di partenza.Come per confermare una necessità di ritorno all'ordine, di ricondurre ad una struttura razionale la sua anima "Sturmer", Vicentini si affida a rituali matematici e architettonici:complice un corpus di 144 carte Schoeller che nasconderà (da qui il titolo delle mostra)in gruppi di 12 in altrettante scatole contenitori da lui stesso costruite in un materiale elegante e povero come il cartone; ogni scatola è composta da 12 piani sempre in cartone che scorrono come cassetti, ciascuno contenente una carta; a questo punto l'osservazione delle opere necessita di un gesto e si trasforma in una sorta di liturgia estetica, che costringe l'osservatore a nasconderla di nuovo prima di andare avanti.La carta passa così dal buio alla luce, come abbiamo già detto componente imprescindibile dei lavori di Vicentini.Licht! Mehr Licht! Sembra essere stato l'ultimo sussurro di Ghoete morente, Luce! Più Luce!. Vengono alla mente queste parole quando le carte escono lentamente dallo scrigno e chiedono, anche loro, alla luce il permesso di vivere:

 


Testi critici

Claudio Cerritelli, Permutazioni e resistenze sulla pittura di Giorgio Vicentini Claudio Cerritelli, Il colore crudo di Giorgio Cecilia De Carli, Non ho parole Flaminio Gualdoni, Vicentini, un diario intimo per svelare le emozioni con la forza dei colori Giorgio Vicentini, Se Sergio Vanni, Le carte nascoste di Giorgio Licia Spagnesi, Il colore di Giorgio Martina Corgnati, Le intenzioni Sara Honegger Chiari, Poi arriva la pittura Vittoria Broggini, L'orizzonte comprensivo di Giorgio Cecilia De Carli, Piccole conversazioni a proposito dell'installazione IN CORPORE EXPO 2015 Ettore Ceriani, Giorgio Vicentini e il sogno della realtà Marina De Marchi, A Castello Grazia Massone, Custodire Giovanni Maria Accame, L'esperienza della pittura Claudio Cerritelli, Scintille Riccardo Prina, Assalto e Difesa Vittoria Broggini, Appunti di Volo Claudio Cerritelli, Catturando il divenire della pittura - Catalogo "Cattura", Studio d'Arte del Lauro, ottobre 2017 Francesco Tedeschi, Diario critico bisestile dell'anno 2000 ed. Campanotto, Udine 2012 Erika La Rosa, Non basta un solo tentativo per catturare l'orizzonte - Varesenews, 21 novembre 2017 Mauro Bianchini, Volatilità di segno e percorrenze di forme Giorgio Vicentini, Claudio Cerritelli, Marina Pierani, Incontriamoci dove inizia l'orizzonte Chiara Gatti , Come nasce e si sviluppa un'opera d'arte - La Repubblica, giovedì 21 marzo 2019 Lupus in Fabula, Ilias Cocchi Pontalti Luisa Negri, Un secolo di pittura. Varese nei colorii dei suoi artisti Cristina Sissa, Genesi - Catalogo mostra - Studio d'Arte del Lauro Carla Tocchetti, Gli Arazzi Volanti di Giorgio Vicentini al Battistero di Velate giugno 2019 Paolo Biscottini, Colore Crudo luglio 2007 Claudio Del Frate, Erano dimenticati in manicomio. Oggi espongono alla Biennale - Corriere della Sera, Milano 15 luglio 2005 Elena Pontiggia , Giorgio Vicentini, l'Essere e il Nulla Chiara Gatti, Visita in studio Simonetta Lux , Lo dirò a tuo padre - Catalogo ERRORI GRAVI ©1998 ISBN 88.7269.079.X FEDA SA - Fidia Edizioni d’Arte - Lugano Luisa Negri, Le "fondamenta occidentali" di Giorgio Vicentini - Varese Focus, OTTOBRE 2020 Cristina Casero, La confessione - Decima Biennale d'Arte Sacra - Fondazione Stauros, Santuario San Gabriele (Te) Settembre 2002 Elena Di Raddo, Scheda opera dittico Vestali, L'arte moderna in Intesa SanPaolo, L'Ultimo Novecento, Mondadori Electa S.p.A. Milano 2013 Erika La Rosa, I colori si fidano di lui, Varesenews 8 aprile 2021 Mario Chiodetti, Vicentini, eterno bambino che gioca con luce e colori Isabella Colonna Preti , Colore crudo - Galleria Duetart, Varese Sara Honegger Chiari , Le amnesie del perimetro - 7 giugno 1996 Luca Cavallini , Museo della Permanente - Milano 9 marzo 2022 Matteo Giuseppe Dall'Ava , Un astrattista molto concreto - Per Edizioni Teelent 19 gennaio 2022 Luciano Caramel, Centottanta gradi - Gennaio 1990 Luisa Negri , Quell'arte nel nome del figlio - 8 agosto 1992 Giorgio Vicentini, Sorgente Lucio Fontana - Aula Borsi. Università Cattolica, Milano gennaio 2019 Andrea Bortoluzzi - Libreria Carù, La voce della carta Chiara Gatti , Sintonie - prefazione, Casa editrice Stampa 2009, ottobre 2022 Varese Mario Visco , Poesie e disegni: le Sintonie di Vicentini - La Prealpina - Varese, 21 gennaio 2023 Gianfranco Colombo, Cera e acrilico Aree di Vicentini Claudio Rizzi , Parlatorio - Libreria Bocca, Milano, 11 settembre 1997 Il Gazzettino di Vicenza , Quando il colore diventa "Luce atmosfera e forma" - 2 ottobre 2014 Francesco Tedeschi , Il colore come forma plastica, percorso attraverso una forma di astrazione - Skira ottobre 2014 Emanuele Beluffi, Giorgio Vicentini, altre il visibile c'è di più - Il Giornale Off - 6 agosto 2024
Giorgio Vicentini visual artist