L'importanza del colore, quale matrice espressiva e quale mezzo compositivo, nella ricerca artistica non figurativa della seconda metà del Novecento è il tema di fondo dell'originale percorso critico che riunisce le trenta opere pubblicate in questo catalogo, curato da Francesco Tedeschi e pubblicato in occasione della mostra organizzata da Intesa Sanpaolo alle Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari, Vicenza, nell'ambito del progetto Cantiere del '900, dedicato alla valorizzazione delle collezioni del Novecento della Banca.
Al centro del percorso sono le posizioni esposte da Piero Dorazio, che ha dato un importante contributo alla nascita di una forma di astrattismo fondato sulla qualità autonoma del colore nel costruire il quadro e lo spazio da esso evocato. Le sue opere e quelle di autori come Giulio Turcato e Carla Accardi, tutti attivi a Roma negli anni Quaranta e Cinquanta, permettono di riconoscere una linea di ricerca che si allarga ad altre modalità pittoriche, come il cromatismo di tradizione veneta di Tancredi o una estensione del gesto pittorico sulla superficie, nell'opera di Guido Strazza.
A queste esperienze degli anni Quaranta-Cinquanta si riallacciano in un certo senso le riflessioni "analitiche" sulla pittura che, negli anni Settanta-Ottanta, danno vita a nuove soluzioni compositive in cui il colore, la linea, la traccia sulla superficie diventano le parole di un vocabolario valido a rinnovare la sintassi del linguaggio pittorico.
Le proposte di un colore che emerge quasi dal fondo neutrale, nelle opere di Mario Nigro, Giorgio Griffa e Elio Marchegiani dialogano con le forme di colore di Claudio Olivieri, Valentino Vago, Claudio Verna, Carlo Battaglia, nonché con le strutture quasi monocrome dei dipinti di Rodolfo Aricò e di Carmengloria Morales, oltre che con le ricerche cromatiche di Vittorio Matino, di Rosanna Rossi o di Sandro Martini.
Sono presentate infine alcune opere realizzate fra gli anni Ottanta e Novanta, di Ettore Spalletti, Domenico Bianchi, Marco Tirelli, Ignazio Gadaleta e Giorgio Vicentini, in un nuovo clima di rarefazione e concentrazione di forme generate da operazioni che si spingono oltre la pittura.