Emanuele Beluffi

Giorgio Vicentini, altre il visibile c'è di più - Il Giornale Off - 6 agosto 2024

Con Giorgio Vicentini (Varese, 1951; vive e lavora a Induno Olona) l’arte “concettuale” è alla portata di tutti. E questo è un grandissimo traguardo, se pensiamo a quanto spesso le espressioni artistiche ”ostili”, “difficili”, allontanino una parte più o meno cospicua di pubblico (e acquirenti) potenziali.

Del resto, la stessa espressione “concettuale” applicata al fare artistico di Giorgio Vicentini suona stretta: un po’ tutti sappiamo quale tipo di espressività si palesi dietro questa parola, fra tele monocrome di un colore apparentemente – sottolineiamo: apparentemente –  unico e tele su cui i colori ci sono, ma non si accompagnano a quelle figure che ci sono familiari. 

Per non parlare poi della pratica che ha dato il nome alla corrente artistica, alla scuola di pensiero, quando Joseph Kosuth realizzò  la famosa installazione composta da una sedia appoggiata a una parete con su la foto in b/n e a grandezza naturale della stessa sedia e vicino una riproduzione ingrandita della definizione di sedia tratta dal vocabolario. Da lì il diluvio? 

Capirete anche voi che di fronte ai valori segnici e coloristici di Vicentini siamo atterrati su un altro pianeta. Molto amichevole. La sua produzione artistica è affabile, nel senso che è piena di parole, di narrazione, di descrizione. La vediamo, ma andando oltre il visibile, oltre la sua stessa datità sensibile. 

Da un lato è la trasposizione nel linguaggio visuale del visibile e l’invisibile (Le visible et l’invisible) tematizzato da Maurice Merleau-Ponty nel 1969: la percezione dell’opera d’arte è, più o meno misticamente, un’apertura al “mondo della vita” (i filosofi tedeschi usano questo termine, Lebenswelt).

E dall’altro è la sinestesia di più esperienze, nel senso che il vedere un’opera di Vicentini non fa muovere solo gli occhi ma anche l’immaginazione, cioè quella facoltà che ci fa pensare al di là della narrazione cui siamo abituati con la pittura figurativa. 

La sua produzione d’arte riflette parecchio quell’universo di discorso che grosso modo possiamo ricondurre all’ambito segnico in senso lato, ma  non è pittura segnica, o meglio non si esaurisce soltanto lì. 

Certo a rigore ha molto dell’Informale e genera una sorta di alfabeto narrativo, ma questo alfabeto narrativo ha in realtà pochi vincoli con quell’esperienza pittorica storicamente determinata: è in realtà molto personale e incasellare l’opera di Vicentini può essere utile più che altro per inquadrarla, ammesso e non concesso che vi sia il bisogno di categorizzare un’esperienza creativa.

Il segno e il colore sono le direttive, che non si esauriscono nella bidimensionalità del film pittorico a parete, ma debordano nella terza dimensione: quelle due direttive, il segno e il colore, sono le strade ideali su cui si sviluppa l’alfabeto, la narrazione visiva di Giorgio Vicentini. 

E hanno dei ben precisi e concreti riferimenti: il perimetro e la superficie, che danno luogo a un “metalinguaggio” tutto estetico, che definisce un altro linguaggio, in questo caso il nostro linguaggio naturale. 

Più semplicemente, produce una narrazione immaginativa. E occasiona la sensazione di movimento, dinamismo: la sua pittura non è mai “ferma”, anche quando è fissata alla famosa parete. 

Si provi questa sinestesia guardando Matematica dell’ondaIncontriamoci dove inizia l’orizzonteIl tuono delle mani: aperture a una narrazione fin dal titolo (non pensate a un film di Godard? Non pensate a un’opera letteraria di Yourcenar?), dove si mette in moto quel meccanismo della fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty da cui eravamo partiti. Detta con uno slogan rigorosamente non filosofico – e quindi niente affatto noioso: “oltre la percezione c’è di più”.

E’ ciò che ho toccato con mano visitando il suo studio a Induno Olona e ascoltando le vive parole di Vicentini di fronte a un’opera che prenderemo come epitome, come rimando esplicativo, come parte per il tutto: Ribelli atlantici, dove il perimetro, maschile, circumnaviga la superficie, femminile, senza mai – ci verrebbe da dire – penetrarla. Tu chiamalo metalinguaggio se vuoi.

Un altro grande vantaggio della produzione d’arte di Vicentini, oltre alla sua estrema affabilità che ce la rende subito “amica”, è che è bella: vi par poco? Dire che un’opera d’arte è bella suona oggi come dire un vuoto truismo, una cosa banalmente vera.

Ma provate a ….immaginare (appunto) cosa vediamo in gran massa nelle fiere d’arte: è quello che Angelo Crespi ha chiamato “nostalgia della bellezza”.

E, sia detto una volta per tutte, il brutto nell’arte ci ha stancato. Con la produzione d’arte di Giorgio Vicentini, invece, questa…brutta esperienza non càpita, anzi. Provare per credere.


Testi critici

Claudio Cerritelli, Permutazioni e resistenze sulla pittura di Giorgio Vicentini Claudio Cerritelli, Il colore crudo di Giorgio Cecilia De Carli, Non ho parole Flaminio Gualdoni, Vicentini, un diario intimo per svelare le emozioni con la forza dei colori Giorgio Vicentini, Se Sergio Vanni, Le carte nascoste di Giorgio Licia Spagnesi, Il colore di Giorgio Martina Corgnati, Le intenzioni Sara Honegger Chiari, Poi arriva la pittura Vittoria Broggini, L'orizzonte comprensivo di Giorgio Cecilia De Carli, Piccole conversazioni a proposito dell'installazione IN CORPORE EXPO 2015 Ettore Ceriani, Giorgio Vicentini e il sogno della realtà Marina De Marchi, A Castello Grazia Massone, Custodire Giovanni Maria Accame, L'esperienza della pittura Claudio Cerritelli, Scintille Riccardo Prina, Assalto e Difesa Vittoria Broggini, Appunti di Volo Claudio Cerritelli, Catturando il divenire della pittura - Catalogo "Cattura", Studio d'Arte del Lauro, ottobre 2017 Francesco Tedeschi, Diario critico bisestile dell'anno 2000 ed. Campanotto, Udine 2012 Erika La Rosa, Non basta un solo tentativo per catturare l'orizzonte - Varesenews, 21 novembre 2017 Mauro Bianchini, Volatilità di segno e percorrenze di forme Giorgio Vicentini, Claudio Cerritelli, Marina Pierani, Incontriamoci dove inizia l'orizzonte Chiara Gatti , Come nasce e si sviluppa un'opera d'arte - La Repubblica, giovedì 21 marzo 2019 Lupus in Fabula, Ilias Cocchi Pontalti Luisa Negri, Un secolo di pittura. Varese nei colorii dei suoi artisti Cristina Sissa, Genesi - Catalogo mostra - Studio d'Arte del Lauro Carla Tocchetti, Gli Arazzi Volanti di Giorgio Vicentini al Battistero di Velate giugno 2019 Paolo Biscottini, Colore Crudo luglio 2007 Claudio Del Frate, Erano dimenticati in manicomio. Oggi espongono alla Biennale - Corriere della Sera, Milano 15 luglio 2005 Elena Pontiggia , Giorgio Vicentini, l'Essere e il Nulla Chiara Gatti, Visita in studio Simonetta Lux , Lo dirò a tuo padre - Catalogo ERRORI GRAVI ©1998 ISBN 88.7269.079.X FEDA SA - Fidia Edizioni d’Arte - Lugano Luisa Negri, Le "fondamenta occidentali" di Giorgio Vicentini - Varese Focus, OTTOBRE 2020 Cristina Casero, La confessione - Decima Biennale d'Arte Sacra - Fondazione Stauros, Santuario San Gabriele (Te) Settembre 2002 Elena Di Raddo, Scheda opera dittico Vestali, L'arte moderna in Intesa SanPaolo, L'Ultimo Novecento, Mondadori Electa S.p.A. Milano 2013 Erika La Rosa, I colori si fidano di lui, Varesenews 8 aprile 2021 Mario Chiodetti, Vicentini, eterno bambino che gioca con luce e colori Isabella Colonna Preti , Colore crudo - Galleria Duetart, Varese Sara Honegger Chiari , Le amnesie del perimetro - 7 giugno 1996 Luca Cavallini , Museo della Permanente - Milano 9 marzo 2022 Matteo Giuseppe Dall'Ava , Un astrattista molto concreto - Per Edizioni Teelent 19 gennaio 2022 Luciano Caramel, Centottanta gradi - Gennaio 1990 Luisa Negri , Quell'arte nel nome del figlio - 8 agosto 1992 Giorgio Vicentini, Sorgente Lucio Fontana - Aula Borsi. Università Cattolica, Milano gennaio 2019 Andrea Bortoluzzi - Libreria Carù, La voce della carta Chiara Gatti , Sintonie - prefazione, Casa editrice Stampa 2009, ottobre 2022 Varese Mario Visco , Poesie e disegni: le Sintonie di Vicentini - La Prealpina - Varese, 21 gennaio 2023 Gianfranco Colombo, Cera e acrilico Aree di Vicentini Claudio Rizzi , Parlatorio - Libreria Bocca, Milano, 11 settembre 1997 Il Gazzettino di Vicenza , Quando il colore diventa "Luce atmosfera e forma" - 2 ottobre 2014 Francesco Tedeschi , Il colore come forma plastica, percorso attraverso una forma di astrazione - Skira ottobre 2014 Emanuele Beluffi, Giorgio Vicentini, altre il visibile c'è di più - Il Giornale Off - 6 agosto 2024
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